STEFANO CIOFFI

La musica segreta delle cose

Pubblicato nel: 2010

Lorenzo Canova

La fotografia come strumento di connessione non solo tra il mondo e la sua rappresentazione, ma anche tra arti diverse che dialogano grazie a un autore capace di passare in modo rigoroso dalla musica alle installazioni, dalla scultura ai nuovi media tenendo uniti i diversi filoni grazie alla visione unitaria del proprio lavoro.

La fotografia in questo modo può diventare un medium aperto che aiuta a penetrare l’opacità del mondo e a mettere in contatto quelle forme di creazione che di quello stesso mondo cercano di dare la loro immagine e che diventano gli elementi fondanti di un linguaggio che elabora i nuovi vocaboli di una realtà condivisa Uno scatto fotografico così concepito supera la sua semplice capacità di cogliere un dato attimo in modo meccanico non solo nel perpetuare e, in un certo senso, rendere reale la sua essenza transitoria, ma sconfinando nell’esperienza percettiva, estetica ed emozionale di un’opera che si apre a suggestioni che superano il suo impatto iniziale per raggiungere territori differenti dove il suono e l’immagine entrano in una nuova forma di dialogo.

Il lavoro di Stefano Cioffi è dunque collocato in questo contesto allargato e composito, lavorando come musicista e artista visivo e mettendo spesso in contatto questi due versanti in opere che non possono prescindere dalla dualità delle forme espressive che gli appartengono e che riescono a comporre i suoi mondi in una personale e originale fusione. Cioffi alterna e mescola la leggerezza del suono e l’immaterialità elettronica alla pesantezza e alla ruvidità della materia, usa la presenza incombente di una scultura pesante e possente fatta talora di forme scabre di metallo che contengono un olio denso e scuro, curva e modella il legno come un liutaio ma utilizza allo stesso tempo inserimenti di monitor con video e la presenza di sonorità, spalancando la dimensione conchiusa dell’opera tridimensionale verso una più intensa vocazione ambientale e installativa che trascina lo spettatore nella sua profondità immersiva e coinvolgente.

Dal crogiolo di queste esperienze nasce quindi la ricerca di Cioffi dedicata alla fotografia grazie alla quale i diversi campi che attraversano il suo lavoro si saldano in scatti dove luoghi, oggetti e persone sono visti con un occhio da musicista attento all’armonia delle cose e di scultore attento alla loro presenza plastica. Nel suo recente ciclo fotografico l’artista si è dedicato alla partitura recondita che si nasconde nella quotidianità, alle linee della natura e dell’artificio, tracciate dagli eventi atmosferici o dall’uomo e che compongono strutture che il suo obiettivo coglie aiutando il nostro sguardo a vedere in modo diverso quello che ci circonda. Così con l’acuta esattezza di un chiaro e scuro penetrante e incisivo che scava nell’immagine e ne estrae la qualità più intensa, Cioffi mette allora in risalto linee che sembrano comporre pentagrammi celati negli spazi attraversati e vissuti nei suoi viaggi e nelle sue giornate in città.

L’artista si avvicina così a paesaggi e a terre dove indovina segnali sfuggenti, evidenzia tracce lasciate sulla neve e insegue sentieri scavati nel suo manto bianco, supera pianure e montagne fino a ritrovare la vita metropolitana. Le forme delle scale e delle ringhiere, le luci delle finestre, le tegole di un tetto o i tubi di una serra, i tralicci e i cavi dell’alta tensione o le strisce pedonali compongono così i segni di un misterioso spartito nascosto e palesato dalla macchina fotografica guidata dalla mano di un’artista che cerca l’armonia, gli accordi, le consonanze e le dissonanze che accompagnano l’ordine e il disordine del mondo, intuendo infine la misura misteriosa che indirizza la nostra percezione nello spazio, il canone che modifica le prospettive della visione interiore ed esteriore del mondo e rivela, infine, la musica segreta delle cose.