Fragili edificazioni poste sulle rive di un corso d’acqua, spazi aperti caratterizzati dai segni della presenza umana, luoghi abbandonati che si contrappongono ad aree industrializzate, sentieri che portano verso il nulla, boschi immutabili e inquietanti, totalmente disinteressati alle vicende umane. Sono questi i soggetti delle 47 fotografie contenute nell’ultimo libro fotografico di Stefano Cioffi appena pubblicato con Silvana Editoriale.
Il suo sguardo si muove attorno al territorio che accompagna per sessantadue chilometri il fiume Mignone, tra la provincia di Roma e quella di Viterbo. Le immagini di Cioffi sembrano equilibrate e algide, quasi ossessivamente oggettive, i segni del passaggio umano lasciano spesso spazio al vuoto, al non senso, alla sospensione, ciò che non si riesce a vedere ha la stessa importanza di ciò che si vede: chi guarda i suoi scatti non ne viene rassicurato, oppure respinto; ne viene attirato in modo inesorabile perché il vuoto, la mancanza e l’assenza evocano il sentimento percettivo dell’autore.