Nel Circuito della XI edizione di FotoGrafia Festival Internazionale di Roma, la Galleria Fondaco di via degli Zingari 37 presenta 62 Km #1. L’acqua nascosta del tempo. Dopo la presentazione di questa estate al Museo civico di Tolfa e alla Sala Natili di Canale Monterano, 14 tra le immagini più rappresentative del lavoro che Stefano Cioffi sta conducendo sulla vita lungo il fiume Mignone, saranno in esposizione per il tema di questa edizione del Festival, “Work”.
Est Minio flumen Tusciae ultra Centumcellae.’ È il Mignone, da Vejano a Civitavecchia, un fiume che solca un territorio ancora incontaminato e divide la provincia di Roma da quella di Viterbo per gran parte del suo percorso. Non attraversa alcun centro urbano ma la sua acqua ha dato (e ancora dà) vita a molti comuni e tutt’oggi ne restano le tracce. (S.C.)
Scrive Barbara Martusciello “…il racconto che l’autore (ci) fa è appassionante, esteticamente rilevante, accattivante nella scelta di quelle particolari luci dominanti nei giorni di pioggia o al tramonto che egli valorizza immortalando un momento ma anche attivando una produzione di senso. … l’effetto generale è surreale, straniante, non solo per la luminosità e i contrasti scelti, tra l’altro sottoposti a minima postproduzione – il digitale, ci dice Cioffi, “semplicemente, permette un’applicazione a posteriori dei filtri utilizzati nella Fotografia analogica.” –, ma per quel tanto di “mistero” che sempre la Fotografia mantiene (per dirla alla Ghirri) e per quel carattere di “visione” e “rivelazione” (citando a braccio Anselm Adams) a cui dà forma. Talvolta granitica, altre più fluida, sfuggente… Sarà, invece, proprio la memoria tramandata a eternare e a dare l’occasione al reportage di Cioffi di imporre alla poetica del quotidiano un innalzamento verso il lirismo. Questo zoom su una precisa area geografica è un’avventura: il nostro autore cerca e trova lentamente,
esplorando…” (Barbara Martusciello, settembre 2012)
‘62 km’ è un progetto sulle terre e le persone che accompagnano questo piccolo corso d’acqua vicino Roma.
62 km sono la lunghezza del fiume e la distanza della sorgente da Roma. Del Mignone se ne parla già in età Imperiale ma la sua è una storia più recente, di abbandono e riscoperte, paesi distrutti, pestilenze, ferrovie in disuso, stazioni diroccate. Il mio lavoro era iniziato sulle tracce perdute di antiche memorie ancora custodite dagli anziani dei villaggi toccati dal fiume. Li ho cercati nella loro terra, li ho seguiti nei loro spostamenti, li ho avvicinati nelle loro case. … Il progetto è diviso in due parti (100 immagini): Topographic e Ritratti.
…Il Mignone sfocia pochi chilometri a nord di Civitavecchia ed è l’unico punto in cui addolcisce il suo corso, perde le sembianze di torrente e diventa vero fiume. In questi ultimi chilometri di riva, baracche, palafitte, casette, disegnano un paesaggio fuori dal tempo e, soprattutto, fuori dallo spazio. Sembra di essere altrove. Mi sono soffermato su questo luogo perché ho trovato una grande liricità proprio nella precarietà delle costruzioni. Tutto poi a ridosso di due imperiosi edifici che ne contestualizzano drammaticamente la posizione: il nuovo carcere di Civitavecchia e la torre altissima della centrale elettrica dell’Enel. Le altre immagini sono state scattate sempre con giornate di pioggia, molto nuvolose, quasi all’imbrunire. Lunghe, lunghissime attese per aspettare la luce ideale. Sono cieli densi, illuminazioni impossibili, dei set naturali regalati dal luogo e drammaticamente interpretati dalla macchina fotografica. Anche in questi paesaggi si percepisce la ruvidità dell’ambiente selvaggio. Non ho cercato vecchi casali, vestigia etrusche,
ricordi del passato, ma il segno lasciato dall’uomo adesso, nei nostri giorni, nei luoghi dove la gente abita e lavora, edilizia residenziale, industriale, strade, ferrovie, ponti, stadi, distributori, cancelli, depositi, supermercati. (Stefano Cioffi, agosto, 2012)
Le fotografie sono realizzate nel 2012, tra febbraio e giugno, formato cm 100×132, stampa fotografica a pigmenti.